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fu villano in loro vita. Noi, a li quali la memoria de li lo-
ro anticessori, dico di là da Dardano, [non è rimasa, dir
dovremmo che Dardano] vivendo fosse villano e morto
sia nobile. 15. E non è contro a ciò, che si dice Dardano
esser stato figlio di Giove, ché ciò è favola, de la quale,
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Dante Alighieri - Convivio
filosoficamente disputando, curare non si dee; e pur se
si volesse a la favola fermare l avversario, di certo quello
che la favola cuopre disfà tutte le sue ragioni. E così è
manifesto, la ragione che ponea la oblivione causa di no-
bilitade essere falsa ed erronea.
CAPITOLO XV
1. Da poi che, per la loro medesima sentenza, la can-
zone ha riprovato tempo non richiedersi a nobilitade,
incontanente seguita a confondere la premessa loro op-
pinione, acciò che di loro false ragioni nulla ruggine ri-
magna ne la mente che a la verità sia disposta; e questo
fa quando dice: Ancor, segue di ciò che innanzi ho mes-
so. 2. Ove è da sapere che, se uomo non si può fare di
villano gentile o di vile padre non può nascere gentile fi-
glio, sì come messo è dinanzi per loro oppinione, che de
li due inconvenienti l uno seguire conviene: l uno si è
che nulla nobilitade sia; l altro si è che  l mondo sempre
sia stato con più uomini, sì che da uno solo la umana ge-
nerazione discesa non sia. 3. E ciò si può mostrare. Se
nobilitade non si genera di nuovo, sì come più volte è
detto che la loro oppinione vuole (non generandosi di
vile uomo in lui medesimo, né di vile padre in figlio),
sempre è l uomo tale quale nasce, e tale nasce quale è lo
padre; e così questo processo d una condizione è venuto
infino dal primo parente: per che tale quale fu lo primo
generante, cioè Adamo, conviene essere tutta l umana
generazione, ché da lui a li moderni non si puote trovare
per quella ragione alcuna transmutanza. 4. Dunque, se
esso Adamo fu nobile, tutti siamo nobili, e se esso fu vi-
le, tutti siamo vili; che non è altro che torre via la distin-
zione di queste condizioni, e così è torre via quelle. E
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Dante Alighieri - Convivio
questo dice, che di quello ch è messo dinanzi seguita
che siam tutti gentili o ver villani. 5. E se questo non è, e
pur alcuna gente è da dire nobile e alcuna è da dir vile;
di necessitade, da poi che la transmutazione di viltade in
nobilitade è tolta via, conviene l umana generazione da
diversi principii essere discesa, cioè da uno nobile e da
uno vile. E ciò dice la canzone, quando dice: O che non
fosse ad uom cominciamento, cioè uno solo: non dice
«cominciamenti». E questo è falsissimo appo lo Filo-
sofo, appo la nostra Fede che mentire non puote, appo
la legge e credenza antica de li Gentili. 6. Ché, avvegna
che  l Filosofo non pogna lo processo da uno primo uo-
mo, pur vuole una sola essenza essere in tutti li uomini,
la quale diversi principii avere non puote; e Plato vuole
che tutti li uomini da una sola Idea dependano, e non da
più, che è dare loro uno solo principio. E sanza dubbio
forte riderebbe Aristotile udendo fare spezie due de
l umana generazione, sì come de li cavalli e de li asini;
che, perdonimi Aristotile, asini ben si possono dire colo-
ro che così pensano. 7. Che appo la nostra fede, la quale
del tutto è da conservare, sia falsissimo, per Salomone si
manifesta, che là dove distinzione fa di tutti li uomini a li
animali bruti, chiama quelli tutti figli d Adamo; e ciò fa
quando dice: «Chi sa se li spiriti de li figliuoli d Adamo
vadano suso, e quelli de le bestie vadano giuso?». 8. E
che appo li Gentili falso fosse, ecco la testimonianza
d Ovidio nel primo del suo Metamorfoseos, dove tratta
la mondiale constituzione secondo la credenza pagana,
o vero de li Gentili, dicendo: «Nato è l uomo»  non
disse «li uomini», disse «nato», e «l uomo»  ,»o vero
che questo l artefice de le cose di seme divino fece, o ve-
ro che la recente terra, di poco dipartita dal nobile cor-
po sottile e diafano, li semi del cognato cielo ritenea. La
quale, mista con l acqua del fiume, lo figlio di Iapeto,
cioè Prometeus, compuose in imagine de li Dei, che tut-
to governano». Dove manifestamente pone lo primo uo-
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Dante Alighieri - Convivio
mo uno solo essere stato. 9. E però dice la canzone: Ma
ciò io non consento, cioè che cominciamento ad uomo
non fosse. E soggiugne la canzone: Ned ellino altresì, se [ Pobierz caÅ‚ość w formacie PDF ]

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