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mostra dove dice:
Mai fia che dell amor io mi lamente,
senza del qual non vogli esser felice.
Appresso, mostra un altra specie di furore parturita
da qualche lume di raggione, la qual suscita il timore,
e supprime la già detta, a fin che non proceda a fatto,
che possa inasprir o sdegnar la cosa amata. Dice dum-
que la speranza esser fondata sul futuro, senza che co-
sa alcuna se gli prometta o nieghe: per che lui tace, e
non dimanda, per téma d offender l onestade. Non
ardisce esplicarsi e proporsi, onde fia o con ripudio
escluso, overamente con promessa accettato: perché
nel suo pensiero più contrapesa quel che potrebbe es-
ser di male in un caso, che bene in un altro. Mostrasi
dumque disposto di suffrir più presto per sempre il
proprio tormento, che di poter aprir la porta a l occa-
sione per la quale la cosa amata si turbe e contriste.
cicada Con questo dimostra l amor suo esser vera-
mente eroico: perché si propone per più principal fi-
ne la grazia del spirito e la inclinazion de l affetto, che
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Letteratura italiana Einaudi
Giordano Bruno - De gli eroici furori
la bellezza del corpo, in cui si termina quell amor
ch ha del divino.
tansillo Sai bene che il rapto platonico è di tre spe-
cie, de quali l uno tende alla vita contemplativa o spe-
culativa, l altro a l attiva morale, l altro a l ociosa e vo-
luptuaria: cossì son tre specie d amori; de quali l uno
dall aspetto della forma corporale s inalza alla consi-
derazione della spirituale e divina; l altro solamente
persevera nella delettazion del vedere e conversare;
l altro dal vedere va a precipitarsi nella concupiscenza
del toccare. Di questi tre modi si componenti altri, se-
condo che o il primo s accompagna col secondo, o
che s accompagna col terzo, o che con correno tutti
tre modi insieme: de li quali ciascuno e tutti oltre si
moltiplicano in altri, secondo gli affetti de furiosi che
tendeno o più verso l obietto spirituale, o più verso
l obietto corporale, o equalmente verso l uno e l altro.
Onde avviene che di quei che si ritrovano in questa
milizia e son compresi nelle reti d amore, altri tende-
no a fin del gusto che si prende dal raccòrre le poma
da l arbore de la corporal bellezza, senz il qual otten-
to (o speranza al meno) stimano degno di riso e vano
ogn amoroso studio: et in cotal modo corrono tutti
quei che son di barbaro ingegno, che non possono né
cercano magnificarsi amando cose degne, aspirando a
cose illustri, e più alto a cose divine accomodando gli
suoi studi e gesti, a i quali non è chi possa più ricca e
commodamente suppeditar l ali, che l eroico amore.
Altri si fanno avanti a fin del frutto della delettazione
che prendeno da l aspetto della bellezza e grazia del
spirito che risplende e riluce nella leggiadria del cor-
po; e de tali alcuni benché amino il corpo e bramino
assai d esser uniti a quello, della cui lontananza si la-
gnano, e disunion s attristano, tutta volta temeno che
presumendo in questo non vegnan privi di quell affa-
bilità, conversazione, amicizia et accordo che gli è più
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Letteratura italiana Einaudi
Giordano Bruno - De gli eroici furori
principale: essendo e dal tentare non più può aver si-
curezza di successo grato, che gran téma di cader da
quella grazia qual come cosa tanto gloriosa e degna
gli versa avanti gli occhi del pensiero.
cicada È cosa degna, o Tansillo, per molte virtudi e
perfezzioni che quindi derivano nell umano ingegno,
cercar, accettar, nodrire e conservar un simile amore:
ma si deve ancora aver gran cura di non abbattersi ad
ubligarsi ad un oggetto indegno e basso, a fin che non
vegna a farsi partecipe della bassezza et indignità del
medesimo; in proposito de quali intendo il consiglio
del poeta ferrarese:
Chi mette il piè su l amorosa pania,
cerchi ritrarlo, e non v inveschi l ali.
tansillo A dir il vero, l oggetto ch oltre la bellezza del
corpo non hav altro splendore, non è degno d esser
amato ad altro fine che di far (come dicono) la razza:
e mi par cosa da porco o da cavallo di tormentarvici
su; et io (per me) mai fui più fascinato da cosa simile,
che potesse al presente esser fascinato da qualche sta-
tua o pittura, dalle quali mi pare indifferente. Sarebbe
dumque un vituperio grande ad un animo generoso,
se d un sporco, vile, bardo et ignobile ingegno (quan-
tunque sotto eccellente figura venesse ricuoperto) di-
ca:  Temo il suo sdegno più ch il mio tormento .
fine del secondo dialogo
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DIALOGO TERZO [ Pobierz całość w formacie PDF ]

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